Metapsicologia rosa by Alessandra Saugo

Metapsicologia rosa by Alessandra Saugo

autore:Alessandra Saugo [Saugo, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858830185
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2017-09-26T22:00:00+00:00


* * *

1* Giuseppe Penone, Essere fiume, 1981. Il lavoro consiste in due pietre. Una è stata raccolta in un fiume, l’altra è stata scolpita dall’artista rispettando la forma della prima nei minimi dettagli.

Nello studio incantato c’è un divanetto nero che ha due cuscini rossi. Lì dentro, qui, nell’interno numerato, ecco la stazione, qui, ecco il vagone, ecco l’ora.

Scaffalature spartane lungo tutte le pareti sorreggono centinaia di libri. Un’orchidea con una foglia strappata sale su gobba da un vasetto di plastica, affiancata da un bonsai, sul piccolo ripiano graffiato di una scrivania con i cassetti. Ci sarebbe una porta finestra ma è sempre riservata dietro a una tenda spessa, si possono solo intravedere i lastroni di specchio scuro del palazzo di fronte riflettenti il miraggio dirimpettaio del palazzo in se stesso. Al centro di un tappeto di cocco un tavolino disseminato di novità editoriali di argomento psicanalitico, di depliant di convegni psicanalitici a tema, di seminari, di raduni, a tema. C’è sempre anche la chiazza patinata di Vanity Fair, e la Repubblica. Sedie di ferro e di legno e paglia con cuscini allacciati. La piantana, le plafoniere, i termosifoni, il parallelepipedo per l’aria condizionata. Tutto funzionante.

Il soffitto di travi è basso. Un grande quadro incrostato e scuro, basso alle spalle del divanetto. L’ambiente è un alveolo, sempre in penombra. Una scatola di fazzoletti estraibili a portata di mano. Diversi portaincensi a barchetta, qualche volta caliginosi di vermicelli di cenere raffreddati; e quando un bacchettino è fumigante c’è afrore esoterico di patchouli. A ridosso di una parete, introflessa, c’è una scala scorrevole per raggiungere i libri più inerpicati verso il soffitto che a quel certo punto diventa più alto e più luminoso perché va a disfarsi nel varco della porta finestra sovrastante a picco che irradia il soppalco e che rende visibile, da sotto, il cielo, e che dà sul terrazzino da cui tira dritto un ponticello in piena luce che convoglia in due tre passi fino alla porta dallo scatto soffocato di vetro sabbiato della stanza di analisi.

Per raggiungere il soppalco c’è una scala a chiocciola di legno e di ferro. Il legno è un po’ consumato dai pestoni continui del saliscendi di tutti i pazienti, e della segretaria, e dello psicanalista stesso, che qualche volta scende e serpeggia tra i pazienti in attesa perché gli serve un libro che è lì alle loro spalle, o perché deve picchiare sui tasti di un computer posizionato nei pressi dell’area di attesa. Non ci sono pareti divisorie; c’è un attaccapanni di legno leggerino, che sopporta male i pesi di tutti i cappotti che lo oberano in inverno, tutte le giacche a vento, le sciarpe, i berretti, è gracilino, poi lo psicanalista, leggiadro, ritorna su. Un clangore percussivo di tamburi e di campanacci si diffonde a ogni saliscendi.

I piedi giù poggiano su un parquet chiaro, aspettano, fermi, pestolano su e giù, è un posticino ovattato, incensato. C’è un piccolo giradischi acceso per impedire di sentire quello che si dicono il paziente e lo



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.